Opening Day: è davvero necessario?
Come un castello di carte, esternamente così perfetto e armonioso ma che alla prima folata di vento rovina su sé stesso, così si rivela questo XI Opening Day.
L’idea di scegliere Pescara come sede del concentramento della prima giornata di campionato di serie A1 circolava tra gli addetti ai lavori già da parecchio tempo. Ci si aspettava che la città abruzzese, capitale dei giochi del Mediterraneo nel 2010, mantenesse fede alla sua fama, ma così non è stato. Tante, troppe le imperfezioni di questa due giorni di basket femminile che hanno finito per rovinare un weekend all’insegna del bel sport, della concordia e del sano tifo.
A cominciare ci ha pensato la FIP, mantenendo incerto e insicuro fino all’ultimo il numero delle formazioni partecipanti all’82° campionato di serie A1. Si diceva che non si sarebbe fatto un Opening Day a 11 squadre, perché avrebbe perso la sua stessa essenza. Invece Cagliari è rimasta a casa mentre le restanti dieci squadre si davano battaglia sul parquet del Palaelettra. Per la Lega doveva essere l’Opening Day delle novità, a cominciare dall’ambizioso programma di sopperire alla mancanza di copertura televisiva con un progetto di trasmissione di tutte le gare live in HD sul proprio sito. Peccato che al palazzetto mancasse addirittura il WIFI.
Gli habitué si aspettavano, com’era giusto che fosse, un ambiente vivo, con stand e volantini, programmi e novità. Invece mancava anche tutto questo. L’impressione è stata quella di partecipare non a un Opening Day, ma a un semplice concentramento di partite delle varie squadre, fine a sé stesso, senza cercare di spaziare oltre.
Infine la nota più dolente su cui la Lega dovrà riflettere a lungo, è stata la totale mancanza di sicurezza all’interno del palazzetto. “Non è necessaria nel basket femminile” ha affermato uno dei dirigenti; invece è stato prontamente smentito dal comportamento di un gruppetto noto di “tifosi” tarantini, che ieri hanno aggredito il gruppo di tifosi scledensi durante gli ultimi minuti della partita Lucca-Famila. La causa scatenante uno scambio di sfottò tra le due tifoserie che alcuni rossoblù hanno deciso bene di sfruttare per arrivare al contatto con i tifosi scledensi. Uno spettacolo indegno per il basket femminile che sta venendo contaminato da sporadici gruppi di sostenitori che con il mondo della palla a spicchi non hanno nulla da spartire. Si spera che la Lega e la società Cras basket Taranto prendano dei provvedimenti, ma rimangono molti dubbi. Episodi come questi contribuiscono ad allontanare dagli spalti chi ama davvero il basket, chi è disposto a farsi 14 ore di viaggio in un giorno solo per sostenere la propria squadra e per veder giocare le proprie beniamine.
La sfida tra Lucca e Schio che sarebbe dovuta essere la vera protagonista della giornata e che purtroppo è scivolata in secondo piano, si è rivelata una partita per larghi tratti brutta da vedere; sicuramente maschia, come sempre contro le squadre di coach Diamanti, e nervosa, a causa anche del roster ristretto a disposizione di coach Lasi. Nonostante le difficoltà il Famila è riuscito a portare a casa due punti molto preziosi, in quella che probabilmente, viste tutte le circostanze, è stata e sarà la partita più difficile della regular season. Sottana si riconferma già leader di questa sua nuova squadra, prendendo per mano lo Schio nei momenti di difficoltà e conducendolo alla vittoria, grazie anche ai contributi determinanti di Macchi e Benko, e Nadalin nel finale. Vincere contro una delle squadre più ostiche del campionato, tra mille difficoltà come è accaduto ieri, lascia sicuramente ben sperare anche se c’è ancora molto da lavorare. Intanto, però, bene così.
Nicolò Dalle Molle
Redazione
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