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Tabù slovacco

kosice_DSC9615_2Sono ormai passate dodici ore e la delusione per la sconfitta di ieri sera non è ancora stata smaltita. Purtroppo, anche quest’anno il Palacampagnola non riesce a rimanere inviolato per tutta la durata della fase a gironi dell’Eurolega. Negli ultimi anni avevamo ottenuto lo scalpo delle più grandi squadre del vecchio continente: Spartak Mosca, Avenida, Orenburg e, per ultimo, Fenerbahce. Kosice, però, si è confermato il nostro più grande tabù e ieri sera, in casa nostra, ci ha costretto a passare sotto le sue forche caudine. Noi, però, abbiamo tutto il diritto, e dovere, di rimanere a testa alta. Ci abbiamo creduto sino alla fine, abbiamo lottato su ogni pallone e, la palla rubata da Wambé nei secondi finali ne è la riprova. Purtroppo ieri sera sono emersi tutti i nostri limiti in ambito europeo: la difesa ha subito un numero imbarazzante di tagli sotto canestro in back door, oltre a non riuscire praticamente mai a contenere le avversarie negli uno contro uno. In attacco i canestri sono arrivati troppo spesso da giocate individuali delle grandi campionesse che abbiamo la fortuna di avere in squadra: troppo pochi sono i punti che siamo riusciti a segnare mettendo in pratica alla perfezione gli schemi dettati. Nonostante ieri sera il roster fosse finalmente e incredibilmente al completo, dobbiamo segnare gli evidenti cali di forma di Sottana, Nadalin e Macchi, che stanno recuperando dai rispettivi infortuni e che non sono ancora al 100%.

Kosice, dall’altro lato, ha ampiamente meritato la vittoria: dopo aver dovuto rincorrere il Beretta nel primo quarto, avanti anche di 10 lunghezze, ha trovato la quadratura del cerchio e ha messo alle strette la truppa di coach Lasi, sfruttando ogni minimo errore per rientrare in partita e rimanere avanti nel punteggio praticamente per tutta la durata del match.

Un dato evidente da sottolineare riguarda l’arbitraggio. A mio avviso, magari aiutato dal senno di poi, i giudici di gara, ieri sera, non sono stati così pessimi come in molti credono. Il problema risiede a monte. Purtroppo i metri di giudizio adottati nel campionato italiano e in Eurolega, sono quanto di più distante tra loro possa esistere: nella nostra lega nazionale si punisce ogni minimo contatto, mentre in Europa si tende ad essere più permissivi a beneficio della continuità e della spettacolarità del gioco. Ora, noi, purtroppo dico io, siamo assuefatti dal metro di giudizio italiano e ci inalberiamo perché in scontri fisici come quelli di ieri sera, gli arbitri non ci tutelano e non fischiano i falli alle avversarie. Dobbiamo abituarci all’idea di cambiare il nostro metro di giudizio dalla domenica al giovedì, sperando che gli organi competenti italiani si sbrighino ad adattarsi alle regole europee, altrimenti, le squadre della nostra penisola che saranno impegnate in Eurolega e Eurocup – speriamo, visto che quest’anno nessuna formazione italiana ha deciso di parteciparvi – saranno costantemente penalizzate per queste discrepanze.

Ora, in ogni caso, è necessario che il gruppo si ricompatti immediatamente e regali una generosa prova di forza domenica in quel di Chieti. Resterà poi una settimana intera per preparare la supesfida contro Taranto, in programma domenica 3 febbraio al Palacampagnola.

Nicolò Dalle Molle

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